Numeri che contano

Io, seduta a una scrivania. Di fronte a me una tipa curata, truccata, acconciata, mi chiede “Cosa fai nella vita?”
“Studio…” rispondo. “Ingegneria Bionica” preciso.
Cala il silenzio, quel silenzio imbarazzato di chi sarebbe pronto ad accusarmi di un antani.
“Ah. Bello.”
Acchiappa un foglio e comincia a ticchettarci la penna.
“Hai diritto a un’offerta limitata: puoi pagare 6 sedute al 50%,” scrive tale percentuale sul foglio, “così ti verranno 750 €, invece che 1500.” Scrive i numeri l’uno accanto all’altro e tira un coreografico frego sul secondo.
Io non sono intenzionata a imbarcarmi in tali sacrifici per l’idolo dell’immagine, soprattutto quando mi propone di pagare a rate, e cioé di autorizzare sconosciuti a succhiarmi soldi mensilmente da quella scatolina immaginaria che tutti chiamiamo conto in banca. Ho già abbastanza preoccupazioni a cadenza mensile, non intendo aggiungerne altre.
Ma queste belle risoluzioni sul momento non mi affiorano alle labbra, e mi limito a una scena pietosa da ragazzina-indecisa-lasciami-andar-via.
A un tratto, non so come, si lascia sfuggire che una seduta viene 150 €. Dopo qualche altro minuto sgradevole, riesco ad andarmene con la coda tra le gambe.
Uscita, a mente fredda, ripenso; 1500 diviso 150 fa 10: non è possibile che un pacchetto di sei sedute costi quanto 10 sedute singole! Sicuramente 750 € non era il 50%, come lei continuava a ripetere e riscrivere: non c’era nessuna promozione, è il modo in cui inducono il cliente medio a comprare, facendogli credere che si stia perdendo un’occasione. Insomma: era lei che faceva la supercazzola a me, non il contrario. Questa era la risposta a tono che dovevo dare! Bastava un po’ di matematica.

8 giorni prima.
Io, seduta a una scrivania. Di fronte a me un uomo anziano, con a sinistra una donna e a destra altri uomini. Uno di loro mi chiede “Qual è la lunghezza d’onda delle microonde?”
Una figuraccia tremenda per la sottoscritta che aveva ricordi vaghi e filtrati dal nervosismo di quella maledetta manciata di GHz, che per la cronaca corrispondono a lunghezze d’onda dal metro al millimetro.
Ma nonostante ciò, è andata abbastanza bene da farmi ammettere alla magistrale di Bionics, quella stessa che viene poi liquidata con un “bello”. Non sapete quanto! 🙂
Anche lì, il solito, selettivo Sant’Anna, tutto fiero d’essere entrato nella classifica mondiale delle Università Times Higher Education, non si smentisce e si basa su prove, stila classifiche con numeri, per formare corsi a numero chiuso.

5 giorni prima.
Io, seduta a una scrivania al tavolo di cucina. Accanto a me il mio amico Lorenzo. Ci siamo messi le mani nei capelli rendendoci conto che il bando per le borse di studio scadeva quel giorno e la mia famiglia non faceva in tempo a presentare domanda, a tirare fuori dal cappello numeri astrusi certificati dall’INPS.

Oggi.
Io, seduta a una scrivania sul mio letto. Cerco di scrivere un post su questo blog che non aggiorno da più di un mese, con tutte le novità sopraggiunte che mi hanno impedito di focalizzarmi sullo spazio dell’Importunauta.
Finalmente ho ottenuto l’ISEE, ma analizzandone i numeri temo che non potrò chiedere neppure la borsa servizi (la versione ridotta della borsa di studio) e quindi, tutto sommato, aver sforato i tempi del bando non è stato un dramma. Questo perché qualche geniaccio si è inventato un modo per far quadrare i numeri, tale che la mia e tante altre famiglie risultano in possesso di un patrimonio troppo alto per stare sotto le soglie delle borse, non ancora aggiornate al cambio delle leggi. Ma come ha ironicamente commentato un ragazzo sulla pagina Facebook del DSU Toscana: “Ho una casa di proprietà, è vero, ma cosa mangio pane e intonaco?”. Mi sento di sottoscrivere.
Further reading, come si suol dire.

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