Il bestiario di Tinder

Torna il genere che, dal lontano 2007, ha fatto la storia dei miei articoli e blog. Quando tutto il mondo occidentale aveva già provato le dating app e si era ampiamente stufato di Tinder, la vostra Chiara è approdata per la prima volta in questo universo.
Che ci posso fare se in Italia pochissimi usano Bumble? Ero in una nuova città e volevo provare a conoscere gente nuova. Povera illusa. Il risultato è stato un viaggio nella varietà umana che non potevo non immortalare in un bestiario.

Uno dei ragazzi pescati su Tinder con cui sono uscita mi ha giustamente detto: sarei curioso di vedere com’è dall’altra parte.
Se ci pensate, gli utenti e le utenti etero vedono due app con contenuti totalmente speculari, e questo affascina le persone a tal punto che più d’una ammetterà di aver qualche volta allargato le preferenze all’omosessualità, per vedere come si presenta la competizione.
Colgo quindi l’occasione di presentare i tipi umani e non che ho trovato su Tinder, con il consueto tono ironico che si spera non offenda nessuno.

I laconici – sfiducia nell’alfabetizzazione femminile
Questi soggetti sono accomunati dall’uso della stessa identica frase per descriversi nella sezione biografica, e cioè: “tanto non la legge nessuno”. Mi chiedo se questa moda sia stata lanciata da un uomo e adottata anche da donne, perché come possono diversi uomini decidere di usare lo stesso slogan se sull’app vedono solo profili di donne?
Suppongo quindi che si sia diffusa rimbalzando sui profili dei due generi.
Come tutte le mode stupide, non è fondata su ragioni razionali, ma anzi è illogica: la stessa app di Tinder dice che è statisticamente più probabile essere notatə se si ha un profilo con informazioni aggiuntive alle sole foto. Possibile che le persone abbiano così poca fiducia nell’altro genere da non ritenerle capaci di leggere, nel momento in cui cercano persone gradevoli da frequentare?
Voi ci uscireste con una persona che parte da queste premesse?
Non ho altro da dire.

I palestrati – la fede nel Bestosterone
Per qualche motivo, questi uomini pensano di rendersi più desiderabili se mostrano la loro dotazione di muscoli, se possibile fotografata davanti a uno specchio in palestra o nel loro bagno di casa. I più metrosessuali sono anche provvisti di uno specchio in camera o in corridoio della casa, dove si mostrano sfoggiando camicie eleganti tirate sui bicipiti e scarpe lucidate.
Suppongo che se danno così tanta importanza al proprio aspetto fisico, la diano anche all’aspetto fisico della potenziale partner, e forse hanno del narcisismo e un gusto estetico omosessuale latente dal sapore michelangiolesco. Tesori miei, può essere una cosa bella: quando avete affrontato la vostra bisessualità tornate a farvi vivi.
Questo atteggiamento dimostra una carenza di contenuti molto simile ai laconici, tanto che potremmo dire che le due categorie non sono esclusive tra loro.

I clienti del ristorante – sanno cosa vogliono (?)
Questi individui, di indubbio interesse psicoanalitico, sono entrati su Tinder come dei clienti al ristorante e, invece di spiegare cosa li rende unici, speciali e interessanti, si sentono in diritto di ordinare la donna di loro gradimento.
Per fare ciò la descrivono con dovizia di particolari, sfoderando contenuti molto più variegati dei laconici. Le loro descrizioni sono però tutte accomunate da due segni distintivi, anche chiamati red flag, che rendono ben riconoscibile la categoria.
Il primo è che spesso descriveranno la donna ideale per sottrazione, ossia elencando le caratteristiche che non gradiscono: es. “No donne civettuole, che non sanno cosa vogliono, donne che collezionano follower su Instagram…”
La seconda è che spesso le caratteristiche della donna ideale che descrivono ricalcano lo stereotipo sessista della protettrice del focolare.
Ma se Tinder è un luogo dove le donne (in egual misura agli uomini) esprimono preferenze e scartano i pretendenti letteralmente con un gesto del dito, non trovate che questo meccanismo di empowerment sia in contrasto netto con il vostro desiderio di una donna sottomessa?

I prodotti GAN – anche gli androidi vogliono amare
Questi soggetti si possono intravedere dopo diversi minuti di shuffling, al termine di una giornata in cui si siano fatte numerose sessioni di Tinder.
La mia teoria è che a quel punto l’algoritmo finisce gli utenti reali da mostrare, e quindi utilizza delle immagini fornite da modelli di generative AI (le famose GAN, che generano questo tipo di ritratti), giusto per darti un contentino e portarti allo stremo e alla frustrazione, sentimenti che ti indurranno a chiudere l’app.
I ragazzi virtuali si riconoscono perché hanno una, massimo due, foto a bassa risoluzione, di bassa qualità, dove si vede male il pollastro, un nome utente strano e nessun altro elemento descrittivo del profilo.
Chiunque si trovi di fronte una persona che ci prova con così poca convinzione, per forza di cose scarterà il candidato, e quindi Tinder rimane impunito, non trovandosi mai obbligato a generare una chat per i suoi androidi chiaramente fake.

Gli assillanti – pronte per una relazione tossica e priva di contenuti?
Queste persone costituiscono una fetta non trascurabile di quelli che bazzicano Tinder. Lungi da me ergermi a maestra di seduzione, ma questi soggetti seguono un copione noiosissimo che non li fa andare per niente lontano. Solitamente fanno un tot di domande in stile interrogatorio, vediamone alcune: “di dove sei?” domanda ok, ma dopo che ho risposto dovresti scrivermi anche tu di dove sei, in modo da rendere la conoscenza reciproca; “vivi da sola?” sinceramente, cosa impari di più sul mio conto con questa domanda? Sono più o meno simpatica se vivo da sola? Sono più o meno intelligente se vivo con i miei o se ho dei conquilini? L’unica cosa che mi viene da pensare se mi rivolgono questa domanda, è che il mio interlocutore voglia venire a derubarmi o violentarmi e si stia informando sulla scena del delitto; “che lavoro fai?” questa domanda è insopportabile quando il lavoro è dichiarato tra le informazioni in bella vista sul profilo, perché chiaramente non lo avete aperto (vogliamo davvero dare ragione ai laconici?).
Ma il meglio di sé gli assillanti lo danno nelle ore e i giorni successivi al primo approccio, infatti probabilmente hanno avuto la sfortunata di esperire solo relazioni tossiche, e si illudono di poter costruire un rapporto di intimità basato sull’inviare in maniera cadenzata frasi di questo tipo “che fai?/Cos’hai fatto oggi?”.
Premesso che dal lunedì al venerdì la risposta generalmente è “lavoro” quindi sai che varietà delle risposte, ma poi due domande non se le fanno? Ve le faccio io!
Voi ai vostri amici e parenti scrivete “che fai?” come un bambino annoiato? No! I messaggi di significato, che si scambiano con persone con cui si ha un legame (o lo si vuole creare) sono sempre basati su un contenuto, es. “tu che ti intendi di [inserire hobby o interesse pertinente], mi sai dire…?”, oppure “oggi mi è capitato di leggere/fare X e ho pensato a te perché sei appassionat* di X“.
È così che si dà una direzione alla conversazione! E poi su queste premesse si può dire “visto che abbiamo l’interesse Y in comune, che ne dici di vederci davanti a un caffè/a fare questa attività?”
Fine della lezione di approccio normale livello 1.

Le fregature – troppo bello per essere vero
Lo dice il nome: hanno delle belle foto, una descrizione simpatica, ti scrivono delle cose sensate, ma poi salta sempre fuori la fregatura. Nel mio caso le fregature si possono declinare in vari modi: sono molto più bassi di me, sono molto più di destra di me, sono molto più fidanzati di me e molto più interessati a essere fedifraghi. Insomma la fregatura c’è sempre, quindi nel dubbio meglio dirigersi verso profili autenticamente imperfetti.

I trombasolo – manco trombamici
Li potremmo definire un sottoinsieme delle fregature, hanno un unico obiettivo: scopare.
E chiariamoci: su questo non ci sarebbe niente di male.
Il problema è che lo chiedono dai primi approcci in chat, senza sapere con che ragazza/donna/carampana stiano parlando.
Come ha saggiamente detto un mio amico, se il tuo unico obiettivo è scopare, dovresti avere abbastanza fiducia in te stesso da confidare nel fatto che quando mi incontrerai, saprai sedurmi e portarmi a letto, dopo esserti assicurato che non sono la gattara pazza dei Simpson o una ad alto rischio di sifilide.
Chiederlo “al buio” è veramente svilente, perché fa passare il ragazzo per un morto di figa. Amen.

I passaggi fortuiti – riservati alle tue amiche
Per concludere vorrei parlare di un bug di Tinder: l’app chiaramente estromette questa categoria dal vostro telefono. L’accesso ai passaggi fortuiti è una feature disponibile solo ad alcune vostre conoscenze, che forse non ve l’hanno detto ma hanno usato la versione a pagamento, altrimenti non si spiega.
Avete presente quando un’amica o un amico vi presenta la sua nuova fiamma e voi pensate “che carini, stanno proprio bene insieme, sono contenta che il/la mio/a amico/a abbia trovato una persona adatta a lui/lei e che non lo intrappola in una relazione tossica”?
Poi chiedete innocentemente: “come vi siete conosciutə?”
Loro arrossiscono e tergiversano qualche secondo, dopodiché ammettono in coro e con semplicità: “su Tinder”.
Ecco: il vostro amico o ha chiaramente beccato un passaggio fortuito.
Li definisco così perché spesso sono persone normali e desiderabili che sono single da pochi mesi, entrano su Tinder e ci rimangono molto poco, poiché beccano la vostra amica e a quel punto disinstallano l’app, perché non sentono il bisogno di cercare oltre; quindi sono destinati ad essere su Tinder solo di passaggio.
Queste creature mitologiche… Tutti noi ci illudiamo di essere un passaggio fortuito, ma più tempo passiamo su Tinder e più diventiamo assuefattə al suo alto livello di trash.

Quindi vi auguro di risolvere le vostre solitudini interiori ed esteriori e di trovare qualcuno adattə a voi, dal vero o con una app, per poi disinstallare felicemente Tinder e simili.

Avete riconosciuto questi tipi? Ce n’è qualcuno che ho dimenticato? E come si rapportano questi tipi alle tipe di Tinder? Lasciatemi il vostro parere in un commento.

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